Barzio
«Barzio, o, come forse meglio si scriveva in passato, Barsio, siede in una delle più belle posizioni della Valle; elevato, ridente, ha davanti fertili praterie, intorno morbide vallette, colli tondeggianti, acque mormoranti. Tra i modesti cascinali sparsi nel verde, sorgono ville graziose, casette civettuole, dove molti vengono a cercar pace, lontani dai rumori della città; tranquilli villaggi sulla pendice del monte, nelle brevi conche, protetti dal fogliame degli alberi, gli fanno corona. Dietro si erge il monte ora roccioso, ora verde di cespuglie e di erbe, nudo di alberi purtroppo, ma bello egualmente. Sopra, il cielo limpido e profondo e il sole che tutto inonda di purissima luce.
Ecco di fronte la lunga Costiera della Grigna Settentrionale, che ci si stende innanzi dalla vetta (m. 2410) al Pizzo della Pieve (m. 2245); ecco lo Scudo di Tremare (m. 1955), la Grignetta (m. 2184); ecco Gorio ispido di boschi cedui (m. 1080) e tutto il declivio vario e attraente coperto dalle distese dei pascoli di Pasturo, sui quali biancheggiano innumerevoli cascine. La Grigna si presenta con aspetto nuovo, poiché vista da Barzio, appare come un enorme bastione, meno brulla, meno dirupata, ma non meno imponente. A destra ci sta il modesto, ma roccioso Pizzo d’Angelone o Falò (m. 1166) dalle balze strapiombanti, diviso dalla Corna (m. 1534) dall’amena Sella di Nava, piena di prati e di ombrosi boschi di faggio.
Alle spalle del paese si erge ripido il Poiatto o Zucco dell’Orcellera (m. 1854) che dall’altra parte chiude il Piano di Bobbio, sul quale sorgono le Cime dei Campelli (m. 2170). La costiera che continua girando ad oriente del paese comprende la Cima di Artavaccio (m. 1630), lo Zucco di Maesimo (m. 1663), lo Zucco di Desio (m. 1658). Barzio è un antico villaggio, ben costruito con case ampie e ben arieggiate». Fermo Magni
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